La XIII edizione del "Premio Internazionale di Archeologia subacquea Franco Papò" è stata quest'anno organizzata da SiciliAntica con la collaborazione dell'Azienda Provinciale Turismo e del Centro Immersioni ‘Isola Lachea’.
La consegna dei riconoscimenti previsti dal premio è stata preceduta da un interessante convegno su "Archeologia subacquea e volontariato" che ha visto sul tavolo dei relatori qualificati operatori del settore: Umberto Spigo, direttore del Museo Archeologico Eoliano di Lipari; Maria Costanza Lentini, direttore della III Sezione della Soprintendenza di Messina; Luigi Alessandro, responsabile nazionale del settore sub della Protezione Civile, Domenico Macaluso, ispettore onorario della Soprintendenza di Agrigento; Maria Grazia Raimondi, dirigente dell'Assessorato Regionale ai Beni culturali.
Era presente Carla Papò, figlia dell'ispiratore di questa manifestazione, che ha ricordato con parole toccanti la "passionaccia" di Franco Papò per il mare e per l'antico, l'entusiasmo per le "cose rneravigliose del passato che uscivano dal mare", che lo spinsero ad una ricerca scientifica sui fondali, con il solo unico scopo della conservazione e la tutela dei beni archeologici sommersi.
Piero Pruneti, direttore di Archeologia Viva, che ha presieduto la serata, ha posto al centro del dibattito l'importanza del volontariato nella ricerca subacquea, casi come nell'archeologia 'terrestre'.
L'Italia, nonostante sia la nazione più ricca di reperti archeologici, per l'estensione delle sue coste e per la quantità di commerci e di relazioni che si svolgevano sui mari che la circondano, è carente di una efficiente e tempestiva organizzazione di tutela gestita dalle Istituzioni.
Il volontariato, con la necessaria preparazione, costituisce un indispensabile alleato delle Istituzioni contro i comuni nemici che sono principalmente la ricerca clandestina ed i rischi provocati da attività invasive dei fondali ad opera di sport subacquei ed attività di pesca (quando sono operazioni di sfruttamento del mare che provocano danni anche a grandi profondità).
L'opera di Franco Papò, svolta dal 1954 al 1961 nelle nostre coste in forma pionieristica, ha consentito di localizzare e recuperare per il Museo di Naxos, oltre a numerosi ceppi d'ancora di piombo, oggetti fittili, una stadera in bronzo con testa di Athena e un bacile bronzeo di età greca ed ha inoltre aperto la strada alla collaborazione degli appassionali subacquei con gli Enti predisposti alla tutela dei Beni sommersi.
Come è stato ricordato da Umberto Spigo, l’archeologia subacquea in Sicilia nacque nei primi anni '60 e si sviluppò nelle Isole Eolie, con lo stesso entusiasmo che Luigi Bernabò Brea aveva profuso nelle ricerche sulla terraferma.
L'aiuto fornito dai volontari ha consentito di recuperare parte del carico rinvenuto nei relitti di Capo Graziano di Filicudi, prima che venissero depredati.
Questa collaborazione è stata importante per la segnalazione la conoscenza, la ricerca e il recupero anche di altri relitti che potevano essere saccheggiati con la conseguente distruzione del contesto archeologico che, se non viene recuperato scientificamente, sottrae conoscenze fondamentali per tutta la fascia del territorio in cui si trova.
Ad esempio, in anni recenti è stato localizzato un relitto a Punta Crapazza, tra Lipari e Vulcano, che ha restituito un carico di lingotti di stagno di provenienza iberica, grazie a Luciano Siracusa, subacqueo volontario e direttore dell'Azienda Autonoma di Turismo di Lipari.
Da parte dell'arch. Alessandro, responsabile del settore sub della Protezione civile, è stata soprattutto sottolineata l'importanza della preparazione culturale e professionale di cui devono dotarsi i volontari.
Per non correre il rischio di massificare e quindi svilire il contributo che i volontari possono dare alla collettività in tutti i campi, l'impegno e l'apporto che essi forniscono alle istituzioni deve essere di buon livello, tecnico e di conoscenza. Nel caso della ricerca subacquea, è necessario inoltre operare con le massime precauzioni, per evitare ogni pericolo.
Sotto la guida di Sebastiano Tusa, purtroppo assente dal convegno, e con la collaborazione dei sub di Marevivo, ha partecipato al recupero dei reperti trovati su una nave oneraria romana vicino Porto Palo di Menfi.
Le anfore sono state riportate in superficie ancora piene del loro contenuto, resti di pesce che veniva forse utilizzato per fare il garum e tritume di murice.
Domenico Macaluso durante la serata ha ricevuto il riconoscimento previsto dal premio Papò, per la sua attività svolta a fianco delle Istituzioni per la salvaguardia del patrimonio archeologico sommerso; insieme a lui sono stati premiati la dottoressa Raimondi, che si è adoperata per l'incentivazione e la definizione tempestiva del 'premio di rinvenimento' da parte dell'Assessorato ai Beni Culturali, Marco Chioffi, collaboratore del Gias di Palermo attualmente impegnato nella stesura della carta archeologica di Pantelleria, per rendere visibili e visitabili, in un itinerario subacqueo, i relitti che non possono essere recuperati.
Altri premiati indicati dalle Soprintendenze per le attività di segnalazione, recupero e tutela dei beni archeologici sommersi sono stati Gianni Occhipinti, scopritore di alcuni relitti antichi a Gela, fra cui quello della nave greca denominata "cucita" (per la particolare tecnica di realizzazione del fasciame, legato con corde vegetali); Mario Russo, autrice di splendide fotografie che documentano la ricchezza dei fondali e Piero Pruneti che, attraverso le pagine della rivista da lui diretta, ha dato spazio alle notizie ed alle immagini dei recuperi, con i risultati degli studi su di essi effettuati, ed alle denunce di azioni di scempio perpetrate ai danni di relitti.
Pruneti è da sempre sensibile ed interessato partecipante alla "Rassegna di archeologia subacquea" di Giardini Naxos, all'interno della quale era collocata, fino allo scorso anno, la cerimonia di consegna dei premi Franco Papò, la cui organizzazione, per problemi di budget, è stata in questa edizione spostata a Catania.
A conclusione del convegno Marcello Guarnaccia, che ha tenuto le lezioni pratiche del Corso FIAS di "Operatore Tecnico di Attività Subacquea" riservato ai soci di SiciliAntica, ha consegnato i relativi Brevetti Federali ai volontari che li hanno meritatamente conseguiti, e che si impegneranno, con la preparazione ottenuta, a difendere il nostro patrimonio archeologico sommerso.
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