di Franceso Valenti
Ed. Don Lorenzo Milani per SiciliAntica
Castelbuono 1998, pp.63
Questa pubblicazione, frutto del pluriennale lavoro di ricerca condotto nel territorio lentinese dallo studioso Francesco Valenti, s’inserisce nella collana editoriale a cura dell'associazione SiciliAntica, inaugurata nel 1997 con "Le grotte e l'uomo" di Giovanni Mannino.
In essa sono attentamente documentate le vicende di uno straordinario ecosistema creato artificialmente dall'uomo nel Medioevo e giunto integro sino agli anni Trenta di questo secolo quando, in seguito ad un’insensata opera di bonifica, fu completamente stravolto. "Scomparve così il lago di Lentini, il più vasto bacino dell'isola, e con esso anche la sua caratteristica flora e la sua ricchissima avifauna...
I pescatori del Biviere furono costretti a cambiare mestiere e la loro corporazione, che vantava origini antichissime... scomparve.
A poco a poco svanirono nell'oblio le antiche tecniche di pesca, i riti, i culti e le tradizioni popolari legate a quella attività".
Leggendo il resoconto delle ultime travagliate vicende del lago, si prova purtroppo la sensazione di aver già sentito tutto questo: un complesso naturalistico che viene manomesso o distrutto, ufficialmente per favorire lo sviluppo socio-economico della comunità locale (risolvendo il problema endemico della malaria e distribuendo il terreno sottratto alle acque), in realtà solo per favorire gli interessi economici di potenti gruppi privati.
Un'opera interamente dedicata al Lago di Lentini e al suo comprensorio è importante, a mio avviso, perché s’interessa esaustivamente di un bene ambientale; mentre spesso questi interventi risultano privi del necessario corredo di studi cartografici e bibliografici, strumento indispensabile per programmare un’efficace opera di tutela e valorizzazione.
Questo libro non è destinato solamente ad un pubblico d’appassionati e specialisti di beni etno-antropologici o ambientali, poiché è stato scritto da un archeologo e, inevitabilmente, la materia è stata arricchita dagli strumenti metodologici a sua disposizione.
Infatti, Francesco Valenti ha realizzato una preziosa appendice con alcune schede topografico-archeologiche che offrono al lettore un'immagine diacronica delle vicende insediative del comprensorio, intensamente sfruttato, per la sua feracità, in tutte le epoche storiche.
Abbiamo così una valida premessa a un auspicabile progetto di tutela, da attuarsi nell’agro lentinese, di "archeologia del paesaggio", cioè la disciplina che si rivolge alla ricostruzione dei processi di trasformazione dei paesaggi agrari e allo studio della storia degli insediamenti in rapporto all'ambiente e alle sue risorse attraverso le diverse epoche.
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