Parco eolico a Racalmuto.
Il sottoscritto Ing. Angelo CUTAIA Presidente della Sede locale di SiciliAntica,un riferimento al progetto del parco eolico in località Villanuova -Culma INVITA
il Consiglio Comunale di Racalmuto a voler negare l’autorizzazione
all’installazione del detto parco eolico per le seguenti considerazioni :
Ci fu un tempo in cui i monti erano déi. E come tali venivano venerati.
Quando poi l’uomo si ritenne il padrone dell’orbe terracqueo i monti
vennero relegati alla sola funzione utilitaria.
Questo oggi avviene a Racalmuto del Monte Castelluccio.
Incuranti dei molti valori storici e culturali esso viene considerato
tabula rasa da sfruttare per la sua ventosità come base per l’impianto
di parchi eolici, con 17 torri di non mai vista altezza: metri 103
dalla base al centro dell’elica, ossia quanto un palazzo di trenta piani,
oltre alle eliche di cento metri di diametro! In totale 153 metri fuori terra,
praticamente quanto un grattacielo di 45 piani!
Con una base in calcestruzzo di 18x18 metri = 324 mq,
ovvero l’area occupata da tre appartamenti! Inoltre bisognerà
per ogni palo spianare un’area di manovra di oltre 2.000 mq.
Il monte, essendo antropizzato da sempre, presenta tutta una serie
di manufatti di varie epoche che ne caratterizzano il paesaggio:
insediamenti preistorici, grotte, tombe a grotticella, masserie, sorgenti,
rrobbe, ovili, trazzere, torrette, muri a secco, ecc..
Emergenze notevoli sono il Castelluccio Svevo sulla cima e la grotta
con necropoli dell’età del bronzo di c/da Fra Decu, già sottoposti
a vincolo paesistico e storico, mentre altri siti preistorici attendono
di essere investigati: Griddretta, Cienzu, Zotta Avarieddri, Zotta Alfani,
ecc.
Della particolarità geologica del monte si interessò anche l’Houel,
al quale erano state segnalate le cinque rocce costitutive della serie
Gessoso-Solfifera: gesso, zolfo, salgemma, calcare, trubbi.
Dire che il paesaggio, inteso come ambiente antropizzato e sistema
ecologico, ne verrà compromesso è dire poco.
E’ tutto l’orizzonte materiale e culturale del monte che verrà
irrimediabilmente stravolto. La pace della campagna di vigneti e
uliveti sarà un ricordo; lo sky line alterato; le variazioni cromatiche
del colore verde in inverno e giallo in estate confuse; l’emergere
dei picchi rocciosi mortificato; insomma il paesaggio del Gattopardo
cancellato. Guardando da lontano il profilo del Monte Castelluccio
non avvertiremo più l’equilibrio secolare imposto dall’edificio
medioevale, posto sulla cima e tanto immedesimato nel contesto d
i rocce affioranti da sembrare una gemmazione del banco calcareo,
come certe cristalli emergono dalla matrice. Le vicine torri eoliche,
poste a soli 1.400 metri, lo eguaglieranno in
quota con il fusto di 103 metri e lo sovrasteranno con le pale
fuoriuscenti di 50 metri.
Per noi, pervasi dalla concezione etica e dalla visione estetica
del paesaggio, sarà la perdita irreparabile della forma e della sostanza
della Madre Terra così come ci è stata data dalla trasformazione
millenaria operata dall’uomo, a misura d’uomo.
Anche se depauperato della sua coltre boschiva, il paesaggio non ha
subito modifiche tali da pregiudicarne il suo restauro, cioè la sua
rinaturalizzazione e/o il suo uso agricolo ecocompatibile, in modo
da tramandarlo ai posteri con la possibilità di autorigenerarsi.
Sbancando la sommità rocciosa delle colline si compromette questo
proposito e si altera l’equilibrio della flora, della fauna,
del regime idrico. Inoltre, cambiando forma, si imprime una modifica
estetica al territorio che, sin dalla nascita, siamo abituati a vedere
e che ci fa sentire "a casa".
Il progetto è stato approvato dalla Conferenza dei servizi svoltasi
presso l’Assessorato Regionale Industria il 10/07/08, a seguito d
i un iter procedurale avviato con la convenzione stipulata dal Sindaco
precedente e con l'assenza incomprensibile della Soprintendenza
e dell’Assessorato BB CC.
Il tutto senza che il Consiglio Comunale abbia avuto modo di esprimersi.
Nello schema di verbale si fa cenno del parere a condizione
della Provincia di Agrigento, senza dire che fa riferimento allo
spostamento di almeno 200 metri di una delle torri in prossimità
della strada provinciale Racalmuto-Montedoro. Trattandosi di
modifica sostanziale non occorrerebbe una rivalutazione dell’impatto
ambientale?
Inoltre le torri eoliche verranno a trovarsi ai margini del villaggio Ispeadi recente acquistato dal Comune.
Ne consegue l’impossibilità di utilizzarlo per attività turistiche o
sociali a causa del rumore e dell’inquinamento ottico.
Perché allora è stato acquisito con notevole spesa a carico dei
cittadini?
Si è pensato al danno che subiranno i molti cittadini che hanno
case e terreni bonificati nelle adiacenze degli impianti?
La legge prescrive che non si possano costruire pali eolici
a meno di cinquecento metri dalle case.
L’impresa se esce dicendo che le case di villeggiatura non sono
residenze!
Non finisce qui. A questo impianto altri seguiranno a sfigurare
definitivamente quasi tutti i rilievi della media Valle del Plàtani.
Così avremo alte torri eoliche nei pressi delle tombe a tholos
di Milena; altre ai piedi della collina di Amorella, vera Pompei
araba; nel sito medesimo del Castel Mauro, ignorato
dalla Soprintendenza, e del villaggio eneolitico di Funtanazza,
agro di Campofranco, dove sono state ritrovate le poco note statue
di terracotta di divinità senza gambe e con testa cilindrica,
oggi al museo di Milena. Qui si distruggerebbe addirittura
un monolite di gesso (mt 2 x 6h), posto al centro di un pianoro i
n posizione panoramica, che io ritengo essere la raffigurazione
aniconica della dea Madre Terra attorno alla quale si raccoglieva
il villaggio
Alla ditta proponente l’intervento si potrebbe chiedere di modificare
il progetto adottando una altezza ben minore delle torri eoliche
e/o di passare al fotovoltaico.
nessuno potrà andare contro la volontà di una comunità imponendo
dall’alto lo stravolgimento del suo territorio.
Vorrà il Consiglio Comunale avere uno scatto di orgoglio,
riappropriarsi delle sue competenze ed impedire lo scempio?
Racalmuto, lì 29 /09/08
Ing. Angelo Cutaia
SiciliAntica
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